Noi, quelli del campionato di sotto

Il San Felice, tra tante defezioni e infortuni, escordisce in casa contro il rabbioso Pallavicino di Noceto, sconfitto alla prima di campionato.

Ernest Lartey (1991 Centrocampista)

Nella foto  Bottoni con mister Galantini e Cremaschi

Che il campionato di Eccellenza iniziato domenica scorsa sarà speciale era già conclamato, nelle premesse: almeno sette squadre hanno affrontato spese impossibili, per contendersi il
passaggio alla categoria superiore, con giocatori blasonati e pagati alla stregua di manager aziendali, più che di sportivi dilettanti. Che il San Felice dovesse navigare nel “mondo di sotto”, quello degli umili aspiranti alla salvezza, era altrettanto noto. C’è un campionato nel campionato: otto, nove squadre che lotteranno fra loro, per evitare di incappare negli ultimi quattro posti, o nei play-out. Una bella scommessa, un imbuto stretto come non mai, da anni a questa parte. Una sfida, che i giallorossi del riconfermatissimo condottiero Maurizo Galantini affrontano con le armi di sempre: gioventù, bel gioco, umiltà e intelligenza. Quella vista in campo domenica a Villalunga, all’esordio di campionato sul cementoso sintetico della Casalgrandese. I nostri hanno saputo amministrare quando era in equilibrio, guadagnarsi il rigore decisivo nel momento di maggiore supremazia e resistere alle sfuriate dei reggiani, il cui atteggiamento “fisico” e lamentoso ha finito per condizionare anche la serenità dell’arbitro. Circostanze che quando si mettono in fila determinano spesso l’inevitabile. E invece, con lucidità e pragmatismo, la barca giallorossa è arrivata in porto, col bottino di tre punti. Un viatico, più che una conquista, perché con il neopromosso e quotato Pallavicino – rabbioso per la sconfitta patita all’esordio in casa – ci rimette immediatamente alla prova, peraltro con assenze importanti, dentro quel campionato così ristretto. A dispetto di infortuni e gioco ancora da perfezionare, i giallorossi sono chiamati ad ogni sforzo possibile per mettere fieno in cascina. Non c’è spazio e non c’è tempo per sedersi sugli allori dei primi tre punti, come dimostrano i risultati delle altre pretendenti alla salvezza. C’è da guadagnarsi la stima della gente della Bassa che tifa San Felice. E che stima un gruppo di ragazzi giovani, umili, decisi come il piccolo Davide a non arrendersi mai, contro qualsiasi Golia. (ase)